Quadro della Sacra Famiglia

Il fondatore del primo oratorio femminile,
dell’istituto della Sacra Famiglia e della parrocchia in Borgo San Donato in Torino

La vita di Gaspare Saccarelli

Nacque a Torino il 6 giugno 1817
dall’avvocato-magistrato senatore Gaspare Saccarelli e da Carlotta Millo, già vedova Bergher.

Gaspare Saccarelli

Gaspare Saccarelli

Crebbe caro a tutti per la sua mitezza e le buone maniere, già da bambino mostrava compassione verso la povertà andando in soccorso ai bisognosi.
Vicino alla dottrina cristiana fedele e praticante la consolida dopo la prima comunione, avendo sempre cura e dedizione per i poveri.

La sua crescita e formazione spirituale si formarono in una Torino dove la dedizione verso i bisognosi dava origini a padri che si sarebbero contraddistinti nel tempo fino ai giorni nostri: Don Bosco, Cottolengo, don Cocchi, ognuno di loro si prese cura di ragazzi di ambo i sessi bisognosi dando loro istruzione, insegnando il catechismo, avviandoli al lavoro, in un momento storico difficile questa era il clima che alimentava senza sazietà il Saccarelli.

Luogo dove poté esprimere completamente la sua predisposizione all’aiuto fu: La piccola Casa della Provvidenza diventando discepolo del Santo Giuseppe Benedetto Cottolengo, il quale ne aveva profonda stima e affetto.
Nel 1834 iniziò la produzione dei primi scritti; questi non lo distolsero dalla preghiera assidua e fervente che lo portò nel 1835 alla consacrazione al servizio di Dio vestendo l’abito clericale.
Il suo nome divenne così popolare che non sfuggi all’attenzione del Re Carlo Alberto di Savoia che lo nominò Chierico di Camera nella Corte reale.
Ruolo che svolse in modo egregio proseguendo gli studi universitari in scienza e teologia mantenendo sempre un attenzione “caritatevole” verso i più fragili.
Fu promosso al suddiaconato nel 1839 e nell’anno successivo conseguì la Laurea in Teologia dopo questo importante obiettivo celebrò la sua prima messa nella chiesa di San Rocco e continuò costante la collaborazione con la Piccola Casa della Provvidenza.

Piccola casa della Provvidenza a Torino
Re Umberto di Savoia

Re Carlo Alberto

Nel 1844 fu nominato Cappellano di Sua Maestà Re Carlo Alberto, e così, l’impegno spirituale alla Reggia ed alla Piccola Casa “santificava” l’inizio del suo sacerdozio.
L’attenzione di Saccarelli era diretta in particolare, alle famiglie che popolavano il borgo San Donato, detto anche “Borgata Colleasca”, al tempo periferia della città, in stato di miseria e abbandono in cui vivevano gli abitanti. Quella era la sua scelta : San Donato!

L’intenzione nobile fu compromessa per i moti e le guerre del 1848 e del 1849, -“la primavera dei popoli”- un’ondata di insurrezioni contro i regimi assolutisti, eredi dei moti del 1820-21 e del 1830-31, che sconvolsero l’Europa – Torino ne era fortemente coinvolta.

Saccarelli si trasferì un periodo a Venaria Reale in una casetta di campagna, anche lì c’era bisogno del suo aiuto, desideroso di realizzare qualcosa di importante pensò di aprire un asilo per bambini.

Con l’aiuto di persone del luogo e la presenza di Mons. Ferrante Aporti, pioniere dell’educazione scolastica infantile, il 1 dicembre del 1849 inaugurò l’istituto*, una delle prime strutture del genere in Piemonte.

Per un periodo, Don Gaspare fu coordinatore dell’ asilo, il nuovo istituto si sviluppò in modo fiorente e proseguì finché il Saccarelli fu costretto, contagiato dalla malaria, a fare ritorno in Torino.

La sua idea d’istituire un’opera più vasta nel borgo San Donato non lo aveva abbandonato così una volta tornato in forze riprese a lavorare.
Aveva capito l’esigenza di realizzare nel borgo un luogo che fosse riferimento sicuro e iniziò, a sue spese, acquistando in via San Donato un terreno ed il fabbricato dove, su progetto dell’architetto Federico Blachier, fece costruire una cappella dedicata alla Sacra Famiglia, benedetta il 1° maggio 1852.

Qui Saccarelli trasferì la sua scuola domenicale e l’oratorio festivo, dando la possibilità anche agli abitanti del borgo di aver un riferimento; un’altra delle prime istituzioni di questo genere, simbolo dell’entusiasmo del Saccarelli.

L’Oratorio diede subito ottimi risultati, la grandezza dell’impresa fu riconosciuta da figure prestigiose del periodo e arrivò anche all’attenzione della Marchesa Falletti di Barolo che, con l’appoggio di Silvio Pellico, (sostenitore della marchesa nelle sue opere caritatevoli oltreché segretario e ospite della famiglia), distribuirono premi alle ragazze dell’oratorio nel 1851 in occasione della festa per la celebrazione della cresima.

Il Saccarelli si contornò di un vivace gruppo di donne dell’aristocrazia torinesi disposte ad aiutarlo nell’educazione scolastica e religiosa dell’oratorio, a coordinare c’era la Contessa Carolina Derossi di Santarosa, vedova del patriota esule Santorre Derossi di Santarosa, una donna di compassione ammirevole che seguì l’opera con costanza e dedizione.

Contessa di Barolo

Marchesa Faletti di Barolo

Santorre di Santarosa

Santorre Derossi di Santarosa

Per lungo tempo la Contessa Carolina esortò Saccarelli ad aprire un istituto per raccogliere le numerose fanciulle povere, vedove, abbandonate allo scopo di educarle al lavoro e alla vita familiare.
Proposta che Saccarelli condivideva fortemente anche perchè dopo un viaggio in Francia ed Inghilterra, con il teologo Baricco, capì quanto e come si lavorava sulla condizione ed i ricoveri per fanciulle…mancavano però i mezzi economici.

Il 22 marzo 1853 la contessa morì ed in punto di morte impegnò con una promessa il Saccarelli alla realizzazione di questo progetto.

Il sacerdote si mise subito a lavoro ospitando le prime fanciulle, il 21 Aprile venne inaugurato un nuovo ritiro la “Sacra Famiglia” – come la prima famiglia di Nazareth – un nome che aveva dentro di sé il senso più profondo dell’impegno
all’educazione familiare.

Rinunciò a quelle cariche che lo avrebbero impegnato togliendo tempo a l’opera del borgo che pian piano cresceva, cercava appoggio di famiglie facoltose ove era possibile ma non sempre le sue fatiche furono ricompensate.

Il dono più grande ed inaspettato gli fu fatto dalla “damigella” Santorrina Derossi di Santarosa, figlia della Contessa, si propose a sostegno dell’opera come continuità delle intenzioni materne, il sacerdote sorpreso e grato accettò, l’accolse come educatrice divenendo poi Direttrice.

Il tempo passava e tra lavori domestici, istruzione, preghiere le ragazze potevano intraprendere liberamente il corso della loro vita in base alle proprie inclinazioni con il sostegno dell’istituto.
Quest’ultima attività fu molto praticata; la produzione del ricamo a richiesta andava da tele grossolane a ricchi e fini ricami, la committenze arrivavano al fiore dell’aristocrazia torinese.

Le ordinazioni importanti furono da parte della famiglia reale, si ricordano in particolare il corredo di Maria Pia di Savoia sposa a Luigi Re del Portogallo e quello della Principessa Margherita di Savoia sposa ad Umberto I.

Nessun tipologia di lavoro che poteva essere eseguito dalla donna fu ignorato, si formarono insegnanti e ricamatrici.

Maria Pia di Savoia e Luigi di Portogallo

Maria Pia di Savoia e Luigi di Portogallo

Margherita di Savoia

Margherita di Savoia

Il Saccarelli istituì le “figlie verdi” o “verdine”“verdoline”, ossia un’ordine di accompagnamento funebre. Le “verdine” dell’Istituto vestivano una divisa a righe verde e velo bianco sulla testa partecipavano al rito funerario con canti e preghiere. Oltre ad essere un gesto apprezzato, per le ragazze era una fonte di guadagno per via delle offerte donate per la partecipazione.

Alla Sacra Famiglia fecero visita la famiglia reale di Casa Savoia esponenti della curia, vescovi, fra gli altri nel 1857 il Cardinale Francesco Gaude.

Le porte dell’Istituto si aprirono all’accoglienza di tante ragazze e dei loro bambini, il numero crebbe di anno in anno tanto che l’apostolo del borgo come già fatto a Venaria, aprì un asilo infantile nel 1854, grazie ai sussidi e gli appoggi finanziari di persone caritatevoli.

Vittorio Emanuelle II

Re Vittorio Emanuele II

Il giorno 8 luglio 1856 il Governo approvò l’Istituto con un “Regio Decreto” che lo eresse ad “Ente Morale”, il Re Vittorio Emanuele II “di sua iniziativa” decorò il Saccarelli della Croce di Cavaliere del Mauriziano, con il Regio Decreto del 3 marzo 1857, in segno di altissima stima da parte della casa reale.

Gli apprezzamenti vennero anche da parte dello scrittore Vittorio Bersenzio che pubblicò sulla Gazzetta Ufficiale del Regno la descrizione dell’opera del sacerdote.

Rilevante fu quella del Cav. Giovanni Felice Berti, direttore della Pia Casa del Lavoro di Montedomini di Firenze, incaricato dal Governo di visitare alcuni stabilimenti di beneficenza in alta Italia, cita l’istituto nella -“Relazione di Gio“.
Felice Berti direttore della Pia casa di lavoro di Firenze intorno ad alcuni stabilimenti di beneficenza dell’alta Italia” – in stampa nel 1861.

Il borgo cresceva e prendeva una forma nuova, molti si riunivano nella cappella dell’istituto, molto spesso la folla ingombrava la strada ed il cortile interno era evidente che fosse necessaria uno spazio più grande, una circoscrizione ecclesiastica in quella località così Saccarelli ne fece domanda.

A Torino l’arcivescovo era Monsignor Fransoni ma nel 1855 si trovava a Lione in esilio, la proposta del sacerdote venne accettata ed eretta canonicamente dal vicario della diocesi: Mons. Zappata.

Il 6 gennaio del 1855 nacque la “Cappella dell’Istituto della Sacra Famiglia” sotto l’invocazione dell’ “Immacolata Concezione” – in rispetto del dogma definito nell’anno 1854 da Papa Pio IX -.

Il 7 giugno del 1855 il Saccarelli organizzò un evento memorabile: la processione del Corpus Domini, un trionfo della fede che fece eco a Torino tanto che fu pubblicato l’articolo dell’evento sul quotidiano torinese “Armonia”.

Il Quartiere aveva una parrocchia di 6.000 abitanti e contavano tutti su Don Gaspare ricambiandolo con riconoscenza ed amore considerandolo il più grande benefattore…un Padre per tutti!

La preoccupazione del Saccarelli era divenuto lo spazio ristretto che accoglieva anche fedeli da altre parti della città al confine del Borgo.
Era un luogo molto amato dove ci si sentiva accolti per cui l’esigenza di avere un’area più grande cresceva sovente nel sacerdote soprattutto in quale modo poteva riuscire nell’impresa consapevole che significava esporsi a nuovi disagi.

Mentre si occupava dell’Istituto contemporaneamente iniziò i primi lavori attorno all’erezione della tanto desiderata Chiesa.

Riuscì ad acquistare un’area di 2.286 mq. anche con il contributo di Papa Pio IX che accompagnò l’offerta con una lettera dove esaltava ed ammirava l’impegno, la dedizione e lo zelo del sacerdote nelle sue imprese, che felice partecipava con grande sostegno all’erezione del tempio sacro a “Maria Santissima”.

Papa IV

Papa Pio IX

Sfortunatamente Saccarelli non ebbe la gioia di vedere realizzato il suo desiderio, il 21 gennaio del 1864, all’età di 46 anni morì.

Lasciò l’eredità di tutto ciò che aveva realizzato: il suo “Istituto della Sacra Famiglia” al Canonico Bergher, suo fratello maggiore da parte di madre, che accettò e lo succedette nella direzione dell’Istituto.

Il suo vice-curato il Cav. D. Filippo Griva nominato parroco dopo la sua morte portò a temine il suo desiderio: La Chiesa grande che venne inaugurata e aperta al pubblico il 3 aprile del 1869 così la popolazione del Borgo San Donato poteva avere uno spazio più imponente.

Lo scritto è Tratto dal testo D.Eugenio Reffo, “Istituto della Sacra Famiglia di Torino nel primo cinquantenario della sua fondazione”.

* L’asilo di Venaria è ancora esistente e attivo con il nome di “Scuola dell’infanzia Buridani” – link:  www.buridani.org
** La chiesa grande è tutt’oggi attiva nel quartiere – link: www.immacolatasandonato.it